La Corte di Cassazione condanna definitivamente Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. È il 4 aprile 2022, quasi tredici anni dopo l’omicidio di Stefano Cucchi: la fine di un lungo calvario.

“Non mi uccise la morte 

ma due guardie bigotte,

mi cercarono l’anima a forza di botte”.

Era il 15 ottobre 2009 quando Stefano Cucchi venne arrestato per possesso di stupefacenti. Una settimana dopo, il 22 ottobre, morì all’ospedale Sandro Pertini.

Oggi sono quasi tredici anni di processi, inchieste, sentenze, accertamenti, rinvii a giudizio. Quasi tredici anni di supposizioni su come Stefano sia morto. Di anoressia, di epilessia, cadendo dalle scale. E quasi tredici anni di parole su parole, ingiurie continue…

“È morto per droga”, la sentenza imprescindibile di Carlo Giovanardi.

“Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie”, affermò Gianni Tonelli.

“Capisco il dolore di una sorella che ha perso il fratello, ma mi fa schifo… io sto sempre con Polizia e Carabinieri”, dice il leader della Lega Matteo Salvini.

Ma, se quasi tredici anni dopo i colpevoli hanno avuto una condanna definitiva, il merito va proprio alla sorella di Stefano: Ilaria Cucchi. Con tenacia e perseveranza, Ilaria ha seguito tutta questa via crucis senza mollare mai la presa,  subendo odio e malignità dagli haters, nemmeno quando nel 2014 gli agenti coinvolti vennero assolti in Appello.

La condanna definitiva a Di Bernardo e D’Alessandro non porterà indietro Stefano alla sua famiglia né toglierà il sangue dalle mani dello Stato, ma mette il punto ad una storia terribile, una lunga odissea durata più di un decennio. Il pensiero va, oltre che a Stefano e alla famiglia Cucchi, a tutte le famiglie attive da anni alla ricerca di giustizia e di verità.

Ai morti di Stato Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Giulio Regeni, Denis Bergamini, Aldo Bianzino, Niki Aprile Gatti, Stefano Brunetta, Serena Mollicone, Riccardo Rasman, Marcello Lonzi, Michele Ferrulli, Riccardo Magherini, Carmelo Castro, Simone La Penna, Christian de Cupis, Manuel Eliantonio…

E non Dio

ma qualcuno che per noi l’ha inventato, 

ci costringe a sognare in un giardino incantato”.

Giulia Anzani Ciliberti