Dal 1996 dietro la maglia i calciatori si fregiano del loro cognome.

Il nome sulla maglia è sacro, unico come la mamma, non si cambia mai. O meglio, quasi mai. Di numeri strani e bizzarri ne abbiamo visti a iosa. Vediamo invece chi ha fatto di più. I giocatori che sono scesi in campo cambiando non il numero ma proprio nome o cognome dietro la loro schiena.

In principio fu Eriberto, freccia sulla corsia di destra del Chievo dei miracoli 2001/2002 di Gigi del Neri, classificatosi al 5 posto nel primo anno di serie A. Dunque dal 2002/2003 dopo pentimento e confessione (altra storia da raccontare) rischiò addirittura il carcere ma se la cavò con squalifica e multa. E poi? Eriberto chi? Dietro la maglia il cognome vero: Luciano!

Molto simile la storia di Angel Cheme. Il calciatore ecuadoregno, conosciuto come Gonzalo Chila, aveva giocato tutta la carriera sotto falso nome, in una brutta vicenda iniziata nel 2003 quando anche lui come Luciano per passare un provino si finse più giovane. La sua rivelazione ha scosso il mondo del calcio sudamericano, tanto che l’Estudiantes ha persino fatto ricorso per chiedere la vittoria a tavolino della Recopa Sudamericana 2010, vinta dalla Liga Deportiva Universitaria con ‘Gonzalo Chila‘ in campo proprio contro l’Estudiantes di Veron.

Niente crisi mistica ma stesso cambio per il difensore brasiliano Felipe. Che appena arriva a Cesena dichiara “Cambio nome perché voglio voltare pagina e recuperare il tempo perso. E’ da parecchio tempo che non gioco con continuità per vari motivi e ora desidero ricominciare da capo.” Et voilà, via il vecchio nome Felipe per far posto al cognome: Dal Bello.

Altro giro altra corsa: un altro difensore Lino Marzorat(t)i. Cresciuto calcisticamente tra le fila del Milan, debutta con i rossoneri nel 2005 in Milan-Palermo 3-3. In quella occasione e fino al 2007 il suo cognome è stato Marzoratti, a causa appunto di un errore anagrafico, fino a quando il giocatore non ha rivelato il problema e il fatto di avere già avviato le pratiche burocratiche per ottenere la revisione del proprio cognome, Marzorati.

Storia simile per il portiere Pato Abbondanzieri. Il portiere ex Boca fu segnato come Abbondancieri, prima di effettuare l’opportuna correzione. Classico altro errore dell’anagrafe.
Più simpatico l’altro caso in Argentina dove la parola ‘Orto’ in spagnolo si può tradurre anche (traduzione letterale) ‘culo’. E per evitare che i suoi figli venissero bullizzati, Diego Dell’Orto ha scelto di tenere solo il cognome della madre, diventando così Diego Ayala.

Storie diverse e più prettamente familiari quelle di Tevez, Giggs e Samuel che hanno utilizzato in campo un cognome diverso da quello d’origine.