Lo spirito Bruzio messo a confronto alla napoletanità che ha fortemente influenzato dialetto e usi dei Bruzi. Un ideale viaggio, naturale e scontato nell’immaginario cosentino è proprio lo spostarsi avanti e indietro fra Cosenza e Napoli e viceversa. Culture simili, caratteri diversi ma tutto sommato più vicini di quanto si possa pensare. Nel suo spettacolo, una pièce teatrale fra poesia, prosa e canzone, volutamente preciso canzone e non musica. La canzone come veicolo di narrazione, di sentimenti che proprio a Napoli trova la sua naturale culla è la forma più istintiva e connaturata alla personalità di un BRUZIO PARTENOPEO. Canzone che è poesia, Nanda Pivano, grande traduttrice di quella arte poetica e di scrittura che conosciamo come “beat” che ha influenzato la nostra moderna cultura con la sua poliedricità espressiva distesa fra media tradizionali e media innovativi, diceva della moderna canzone d’autore italiana che fosse la moderna forma della poesia classica. Poesia nata per narrare gesta e vita della contemporaneità. In BRUZIO PARTENOPEO, Mariano D’Ermoggine, regista e attore, ha voluto esplorare questo percorso, ha affrontato il viaggio difficile di rappresentare se stesso attraverso gli elementi che hanno influenzato la sua formazione umana ed artistica.

A lui si deve la selezione dei testi e la composizione del “mosaico di emozioni che è il copione finale”, tutto con la fattiva partecipazione e il supporto di Nicoletta Garropoli, compagna e collaboratrice. Una vita passata e che continua a svilupparsi in un pendolarismo reale ed ideale fra Cosenza e Napoli e lo racconta attraverso la classicità di un Eduardo a confronto con un omaggio al nostro comune amico e fratello, assenza quanto mai ingombrante in questi tempi complessi e, per certi versi, barbari: il Bruzio per eccellenza: Totonno Chiappetta, che ha saputo incarnare il meglio ed il peggio del Bruzio, dare vita alla sua nemesi: Jugale, che nel bene e nel male rappresenta le colpe ed il riscatto dei Bruzi. Mariano sul palco fa rivivere con emozione le parole degli autori scelti, che sono numerosi, anche modernissimi e non ancora noti. Con racconti a volte delicati e di sentimento, altri ironici e capaci di risvegliare più di un sorriso al pubblico. Passa con disinvoltura dalla classica lettura con tanto di leggio e luci soffuse, a piccole messe in scena che gli permettono di caratterizzare personaggi e storie. Per poi approdare di tanto in tanto in spaccati musicali, con un sapore di “orchestrina” da Cafè Chantant, si percorre la medesima strada sulle note di canzone che appartengono al patrimonio culturale di ognuno, quelle canzoni che vanno oltre il genere ed il gusto personale e che per almeno una sera, ascolti con piacere e divertimento. BRUZIO PARTENOPEO, uno spettacolo che si svolge con leggerezza, con il tempo che ti scorre veloce lasciandoti con quel senso di insoddisfazione che ti fa dire: ne voglio un altro po’. Mariano, maturato e consapevole, è un ideale interprete e conduttore che ti fa assaporare tutto ciò e ti lascia con la consapevolezza che la prossima volta ti sorprenderà ancora e che troverai un attore che ha ancora molto da dare e da scoprire, egli stesso, sulla sua verve, sulle sue capacità. BRUZIO PARTENOPEO è più di uno spettacolo è una vera commedia, un vero pezzo di teatro che vale la pena avere fra i propri ricordi.

Antonello Anzani