In passato videogiochi di calcio che risalgono a un ventennio fa, titoli come ISS2, ISS3, VIRTUA STRIKER, PES si concentravano in un concept pulito che andava subito dritto al dunque senza tralasciare dei dettagli che da piccoli non si notano ma che porterebbero involontariamente all’ apprendimento, ebbene sì per coloro i quali hanno sempre creduto che i videogiochi fossero solamente una perdita di tempo è un grave errore. A questo punto viene spontaneo chiedersi, in che modo un videogioco può insegnare qualcosa? È molto semplice rispondere a questa domanda, da piccoli non si notavano alcuni dettagli importanti, questo processo di apprendimento avveniva anche involontariamente, questo perché in particolare oltre ai dettagli delle bandiere delle nazionali di calcio, i videogiochi presentavano delle vere e proprie mappature precise alle quali corrispondevano la posizione geografica delle varie nazioni. Questo poteva o meno suscitare un certo interesse nel bambino, coinvolgerlo in una condizione d’apprendimento importante. I videogiochi moderni sembrano aver accantonato questa tipologia d’impostazione che si concentra esclusivamente sulla sfera videoludica, sono pochi i giochi che rapportino questo dualismo sport/geografia, rimane solo un vuoto. Chiaramente il modello d’apprendimento per il bambino in primis rimane la figura del genitore: “Il bambino impara perché crede agli adulti. Il dubbio viene dopo la credenza”, sosteneva il filosofo e logico austriaco Ludwig Wittgenstein (Della certezza. L’analisi filosofica del senso comune, Einaudi). Questo argomento è delicato e in un certo senso potrebbe apparire contraddittorio, spezzare una lancia a favore dell’esperienza videoludica in genere è importante, perché non tutto quello che viene prodotto è spazzatura inutile. Bisogna chiaramente sottolineare come i videogiochi in genere non potranno mai sostituire i testi di scuola o i libri, fonti insostituibili per costruire una cultura a tutto tondo senza la quale si brancolerebbe al buio in una terra arida. Inoltre non è un discorso che può estendersi a tutta un’esperienza di videogiochi, molti dei quali non hanno nulla da insegnare e spesso e volentieri distolgono i giovani da impegni molto più importanti, quali appunto lo studio, quindi è bene saper estrapolare l’argomento satellite e analizzarlo a fondo, senza far passare un messaggio sbagliato, i videogiochi non sono l’allunaggio della nuova epoca, né una scoperta rivoluzionaria, rimangono oggetto di hobby, dei semplicissimi passatempi che a volte possono rappresentare un qualcosa di più, in casi isolati certo, è bene specificarlo a scanso di equivoci.

Fonte: ilovevg.it

Antonio Ciancio